| Matthew:
Due settimane. Erano passate solo due misere settimane e già gli occhi gonfi di Matt erano indice che quel posto -come ovviamente, lui, già sapeva- non era proprio per Lui. Voleva studiare, sì, essere bravo, ovvio, ed è per questo che si era iscritto ad ogni corso di psicologia, filosofia e filantropia del college, ma diamine! In quel college sembrava l'unico a pensarla con il caro buon detto "chi va sano va piano e va lontano". NO! Non ditegli che non è così il detto, per carità. Non ha dormito, non ha ancora bevuto la giusta dose di caffè ed ora, doveva andare a seguire un non sò cosa nell'aula magna. Quindi per l'amor del cielo, no, non vi azzardate ad innervosirlo. E contraddirlo o peggio, correggerlo, credetemi, lo avrebbe fatto sclerare di brutto. Comunque sia, torniamo a noi: come vi ho accennato era diretto all'aula magna quella mattina, ancor aun pò intontito, dormiente e non pienamente in sè. Il viso stanco, le occhiaie e il libro ed il quaderno mantenuti nella mano penzolante sul suo fianco, erano i dettagli più evidenti ad occhio nudo, cartello d'allarme per gli altri di non avvicinarsi in alcun modo a Lui, anche se li al college, sembravano badar poco ai cartelli. E difatti un pò distratto e intontito, Matt camminava per l'affollato corridoio del secondo piano, evitando Lui stesso, le persone che gli venivano incontro appena un secondo prima che queste potessero scontrarlo. Mi piacerebbe dire che questo era dovuto alla sua prontezza di riflessi, ma ahimè, devo ammettere che era solo perchè quando distavano da lui un palmo di naso, riusciva a vederli. Provate voi a studiare una notte intera mentre nella stanza accanto alla vostra c'è una festa, suvvia! Bum. Ohmmioddio. Correte ai ripari, forza, forza! E soprattutto tu, giovane strampalato che hai appena tozzato la spalla del mio Matthew, corri ora o te ne pentirai una volta che non avrai più l'uso delle gambe, forza!
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