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Che serata davvero movimentata, per la mia povera Jean, aveva studiato un sacco e a lungo, del resto per restare nella confraternita i voti della ragazza dovevano rimanere alti e lei doveva studiare anche per mantenere la sua borsa di studio... uhffa! che stres; si era appena seduta su una panchina verde nella piazza, era davvero affollata quella sera e lei si sentiva davvero distrutta, si tolse la tracolla dalle spalle e poggiò i gomiti sulle ginocchia fissando il vuoto... indossava un paio di Cheap Monday ormai vecchi e logori, dei mocassini bianchi, scarpe comodissime ottime per studiare e una e un top di guess, rupato alla compagna di stanza, di soppiatto... e al collo una sciarpa verde... chiuse gli occhi un attimo e si massaggiò la testa, ad un tratto un rombo disturbò la sua quiete.. riaprì le palpebre sbarrando gli occhi... poi si voltò verso la fonte del rumore... era una ferrari... molte ragazze erano interessate alla macchina appena giunta e al suo conducente, per me erano solamente fonte di distrazione...

Jean sgranò gli occhi... poi con il dito indice si indicò leggeremente... stava forse parlando con lei !? con chi altra se no...? nessun'altra stava "studiando" li intorno... Jean si alzò dalla panchina... Alex le aveva dato qualche suggerimento per situazioni del genere... poi si avvicinò alla macchina... si piegò leggermente appoggiando i gomiti al finestrino guardò dentro l'abitacolo per poco... e sorridendo al ragazzo disse
«Perchè non prendi la tua favolosa auto e non vai a farti un giretto da solo...? »
disse quella frase tutto d'un fiato, un pò rossa in viso.. l'aveva detta trecento volte nella sua testa durante il tragitto dalla panchina alla macchina... ma ora che ci pensava suonava meglio nella sua testa... comunque aveva dimenticato la tracolla, tornò alla panchina... e la prese, per poi rigirarsi e cercare di incamminarsi...

Alex non aveva preparato Jean a quell'evenienza, del resto non era da molto che "l'allenava" ma le parola del ragazzo non erano state molto gentile... antipatica?!? del resto nessuno le aveva mai dato dell'antipatica, o almeno non così direttamente... non sapeva realmente cosa fare, si voltò verso una ragazza della confraternita, e quella con occhi d'approvazione le indicava la macchina con il viso... poi si voltò nuovamente e notò tra i volti delle ragazze quello della sua compagna di stanza al campus, una ragazza della ZBZ, lei piano le mimava con le labbra "vai...vai...Jean..vai" la ragazza aprii poco la bocca e i suoi occhi si strinsero a fessura... poi si voltò verso l'auto... doveva tornarci in qualche modo alla casa della confraternita, si voltò verso l'auto e poi avvicinandomi affermò...
«Io non sono antipatica... odio gli spacconi...»
poi guardandolo negli occhi disse
«Puoi accompagnarmi alla ΓΨA?»
chiese guardandolo salendo nell'auto e chiudendo la portiera....

Jean, si voltò a guardare fuori dal finestrino dell'auto... le ragazze guardavano la macchina e si guardavano ridacchiando e parlottando, la sua compagna di stanza la guardava, poi con la mano chiusa a pugno sollevò il police... e le fece un occhiolino... la macchina partì velocemente sfrecciando per le strade, lei continuava a guardare fuori dal finestrino, arrivarono in una strada leggermente trafficata, il ragazzo alla guida svoltò per il lungo mare, su quella strada non vi era una macchina... ad un tratto rallentò... si voltò verso di lei... che sentendosi osservata si volse verso il ragazzo... Jean pose la mano destra sulla cima della cintura di sicurezza...
« Ah! ok... »
avrebbe dovuto conoscerlo forse...? Probabilemente si visto che il suo nome le sembrava familiare... dentro la sua tracolla c'era una rivista, nella quale aveva letto il cognome di quel ragazzo, lui era era... Ah! si il figlio del presidente della socetà telefonica...
Forse voleva che gli rivelassi il mio nome? roteai gli occhi...
« Io sono... Ginevra Clarson, ma perfavore chiamami Jean...»
affermai le sue parole erano un pò strane... etra un KΤΓ... la confraternita gemellata alla sua...

Il ragazzo che guidava la macchina, la portava in maniera folle e pazzesca... Jean si voltò verso di lui, quel silenzio era davvero rilassante... si voltò verso Mirko e gli sorrisi arrossendo un pò... del resto non era mai salita su una macchina da sola con un ragazzo... e non era stata nemmeno troppo gentile con lui; il ragazzo frenò bruscamente... Jean allora disse con tono leggero...
«Ma è vero ciò che si dice di voi della ΚΤΓ... si insomma, che non fate altro che festeggiare e rimorchiare ragazze... »
anche se Jean si sentiva un pò presa in mezzo da questa frase, visto che senza problemi era salita sulla sua vettura... non si sentiva a suo agio e era un pò imbarazzata....

Probabilmente il blaterare di Jean non era quello che il ragazzo avrebbe voluto sentire quella sera, ma la piccola ΓΨA, non aveva alcuna esperienza per quanto riguarda situazioni del genere... si passò una mano tra i capelli e accavallò le gambe... in quell'aluto iniziava a fare un pò caldo, forse il motore che si surriscaldava? Comunque Jean estrasse un piccolo volantino di una festa e lo usò come ventaglio, spostando il lunghi capelli dal sottile collo, lasciandoli scivolare sul lato destro... poi fece un piccolo respiro e disse...
«Te l'ho chiesto perchè... quello che si dice su di noi della ΓΨA... non è del tutto vero... si insomma ci piace divertirci, ma non siamo delle stupide oche, abbiamo anche ottime medie e non siamo solo bei gusci vuoti... »... ma che stava facendo se Alex o una dellle sue consorelle l'avessero vista, l'avrebbero sicuramente costretta a lavare i bagni per 2 mesi...
«Perdona il mio stupido e futile blaterale...»
disse un pò impacciata... appoggià una mano sulla sua coscia sinistra e osservò un pò stranita la lunga coda che le si presentava davanti...

Jean notò il poco interesse del ragazzo... questa cosa la infastidiva e non poco, del resto non era una cosa molto gentile e soprattutto nei confronti di una ragazza... lo guardò un pò crucciata, poi sbuffò leggermente... si passò nuovamente la mano tra i capelli, e li scompigliò un poco, varie ciocche le scendevano sul viso come una cascata... alla domanda del rgazzo Jean rispose con una frase secca...
«Si fa un pò caldo...»
quattro parole uscirono dalla bocca della ragazza che con un mezzo sorriso, guardò il giovane alla guida... scosse un poco la testa, lei quel ragazzo lo aveva già visto... ma vove? Iniziò a pensare alle feste passate, ma nulla, a gli incontri in confraternita... ma nulla, forse le lezioni...